Con la sentenza Facchinetti c. Italia, ricorso n. 3497/2009, la Corte europea ha dichiarato la violazione dell’articolo 6 § 1 della Convenzione, ad opera dello Stato italiano in riguardo alla promulgazione della Legge n. 296/2006, che aveva negate alla ricorrente il il diritto a un equo processo.
La Legge n. 296/2006 aveva introdotto un’interpretazione delle pertinenti disposizioni giuridiche che era diametralmente opposta al significato attribuito a esse dalla giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione (in particolare successivamente alla sua sentenza del 2004 – si veda Stefanetti e altri c. Italia(merito), nn. 21838/10 e altri 7, § 17, 15 aprile 2014).
La ricorrente ha lamentato che l’intervento legislativo – vale a dire la promulgazione della Legge n. 296/2006, che ha modificato la pertinente giurisprudenza consolidata nelle more del procedimento – le aveva negato il diritto, quale erede di S.B., a un equo processo ai sensi dell’articolo 6 § 1 della Convenzione, che recita: “Ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata equamente da un tribunale (…) chiamato a pronunciarsi sulle controversie sui suoi diritti e doveri di carattere civile (…)”
Le circostanze della causa sono analoghe a quelle descritte nelle cause Maggio e altri c. Italia (nn. 46286/09 e altri 4, 31 maggio 2011) e Stefanetti e altri c. Italia (merito) (nn. 21838/10 e altri 7, 15 aprile 2014).
La sentenza è consultabile al seguente link.